3 domande a…Enrico Bertoli
ENRICO BERTOLI, ha iniziato il suo percorso accademico come assistente presso l’Istituto di Biochimica della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma fino ad arrivare ad essere professore ordinario nel 1982 presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona, dove ha istituito la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’alimentazione. E’ statp Presidente dell’ADI Marche dal 1996 al 2012. Ha conseguito un dottorato di ricerca (Ph.D) nel 1975 presso il Dipartimento di Scienze Molecolari dell’Università di Warick (UK), ottenendo diverse borse di studio nel campo della bioenergetica cellulare, da parte della Società Europea di Biochimica (1972), dell’Accademia Nazionale dei Lincei (1973-74) e della Royal Society di Londra per una cooperazione con il “Free Royal Hospital” di Londra. Nel 2012 è stato insignito della Laurea Honoris Causa presso l’Accademia dell’Università di Danzica nell’ambito della cooperazione scientifica del Progetto “TEMPUS” con i paesi dell’Est, finanziato dall’Unione Europea (1991-98). E’ autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali.
Domanda 1
Qual è la situazione dell’attuale momento pandemico nella sua Regione?
Vivo in Lombardia, Regione tristemente nota per l’incidenza di COVID. Rispetto alla prima ondata che è stata una vera catastrofe, il sistema sanitario ha retto meglio, anche perché più preparato. L’età media dei contagiati si è abbassata e il contagio è più diffuso nelle famiglie con figli adolescenti e bambini. La differenza per il contenimento dei contagi l’ha fatta la diagnosi con tamponi che nella nostra regione è stata capillare (a parte qualche momento di crisi a Milano nel periodo di picco pandemico). Aggiungiamo il comportamento dei cittadini che hanno modificato le loro consuete abitudini seguendo, nella quasi totalità, le indicazioni ricevute.
Domanda 2
Che ne pensa della norma anti-covid a livello nazionale?
Le norme antiCOVID sono indubbiamente una necessità per combattere il virus e vanno applicate in tutto il territorio nazionale, modulando l’intensità delle restrizioni in base alla epidemiologia locale, in attesa della vaccinazione quale dovere sociale e atto di civiltà per cercare di recuperare una società normale e sicura anche dal punto di vista economico.
Domanda 3
Quali sono i suoi progetti futuri?
L’obiettivo è quello di riprendere la Summer School, attualmente in pausa a causa della pandemia, con i colleghi della Medical School di Danzica. Considero lo scambio culturale fra i due paesi indispensabile per la formazione scientifica di specializzandi, studenti di Ph.D e di quanti aspirano ad entrare nella sanità pubblica. La Summer School è stata fino ad oggi un’iniziativa dell’Italian Obesity Network (IO-NET) in collaborazione con la Fondazione A.D.I che, attraverso meeting bilaterali fatti di letture, seminari e workshop nel campo della nutrizione, ha posto l’attenzione sullo stile di vita mediterraneo. Questo progetto è l’espressione di una consolidata cooperazione scientifica tra docenti e ricercatori della facoltà di Medicina di Ancona e di Danzica. Il successo della Summer School si è concretizzato grazie alla sensibilità culturale e alle capacità organizzative del nostro President IO-NET e Past President della Fondazione A.D.I, Giuseppe Fatati.